Emozioni come trasformarle in risorse

20.09.2025

⏱ Tempo di lettura: 5-6  minuti

l termine "emozione" deriva dal latino e-movere, che significa "smuovere". Le emozioni, infatti, sono il nostro motore interiore: ci spingono, ci orientano, ci parlano.

Ogni volta che ne proviamo una, sarebbe utile fermarsi e chiedersi:
👉 Qual è il mio bisogno in questo momento?

Ma attenzione: non basta soffermarsi sul contenuto superficiale. L'emozione va guardata nella sua semplicità profonda, come messaggera che porta con sé un significato da accogliere.

Emozioni e narrazione

Un proverbio dice: che 

La saggezza collettiva custodisce grandi verità.

Lo stesso vale per le emozioni: appartengono a ciascuno di noi, ma sono anche universali.

Quando ascoltiamo o raccontiamo storie, le emozioni stimolano l'emisfero destro del cervello, sede dell'intuizione e della creatività. Non a caso, l'arte del narratore è quella di dare forma a ciò che è comune, trasformando vissuti personali in qualcosa che tutti possiamo riconoscere.

Dal passato al presente: il cuore della terapia

Molte persone arrivano in terapia portando con sé il peso del passato: eventi lontani o recenti che continuano a influenzare pensieri ed emozioni nel presente.

Il compito del terapeuta non è cancellare quel passato, ma portarlo nel qui ed ora. Solo così è possibile guardarlo in faccia, trasformarlo e liberare ciò che ancora trattiene.

Parlare in prima persona e al presente diventa allora un atto fondamentale: è solo nel "qui e ora" che possiamo davvero entrare in contatto con la nostra realtà interiore.

Le emozioni fondamentali

Ogni emozione ha una funzione precisa, che ci guida nel rapporto con la realtà:

Gioia→ lo stato naturale, la condizione di base quando non ci sono conflitti.
Rabbia→ segnale di una violazione o di un limite oltrepassato.
Tristezza→ nasce da una perdita (reale o percepita).
Paura→ ci avverte di un pericolo, che sia reale o immaginato.


Queste emozioni non sono "nemiche", ma strumenti per orientarci.


Emozioni "negative" o messaggi incompresi?

Spesso parliamo di "emozioni negative", ma in realtà si tratta di segnali che ci aiutano a ristabilire equilibrio.

Per Freud erano il frutto di un surplus energetico mal gestito

Per i cognitivi sono legate a un apprendimento errato

Per la Gestalt rappresentano un tentativo di adattamento

Il problema nasce quando emozioni antiche, legate a esperienze passate, si sovrappongono al presente: sono le cosiddette emozioni parassite, alimentate da pensieri distorti ("idee pazze") che ci tengono legati al "lì e allora".


Verso l'emozione pura

Quando il passato si proietta sul presente, la nostra risposta emotiva rischia di diventare sproporzionata, incongruente, lontana dalla realtà.
Il lavoro, allora, è osservare con attenzione, distinguere l'emozione autentica da quella contaminata.

 Solo così possiamo scendere in profondità e ritrovare l'emozione pura, quella che non ci ingabbia ma ci guida, riportandoci al nostro equilibrio naturale.

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