

Fame nervosa: cosa accade nel cervello e come trasformarla
⏱ Tempo di lettura: 5-6 minuti
A tutti è capitato: un momento di stress, noia o tristezza… e ci si ritrova davanti al frigorifero, senza avere davvero fame. Questa è la fame nervosa, un impulso che nasce non dal bisogno reale di nutrimento, ma da un segnale emotivo.
Non è "mancanza di forza di volontà", ma un vero e proprio meccanismo neurofisiologico.

Il nostro cervello regola la fame attraverso due vie principali:
Ipotalamo → controlla la fame fisiologica, rispondendo ai livelli di zuccheri e ormoni nel sangue.
Sistema limbico → regola emozioni e piacere, spingendoci a cercare cibo come consolazione o ricompensa.
Quando mangiamo cibi ricchi di zuccheri e grassi, il cervello rilascia dopamina e endorfine, i neurotrasmettitori del piacere. È come premere un "bottone rapido" per sentirsi meglio.
Il problema? Questo circuito può diventare un automatismo: ogni volta che sentiamo stress o vuoto emotivo, la mente associa "mangiare" al "sentirmi meglio".
L'intento positivo dietro ogni comportamento
Ogni comportamento, anche quello che sembra disfunzionale, ha sempre un intento positivo.
Quando mangiamo in modo compulsivo, in realtà stiamo cercando di placare qualcosa: ansia, solitudine, frustrazione, noia.
Il cibo diventa un anestetico emotivo, una strategia rapida per non sentire troppo intensamente ciò che ci pesa. Ma, nel lungo periodo, non risolve il problema: anzi, crea sensi di colpa, aumento di peso e ulteriore stress.
La buona notizia è che il cervello è plastico: i circuiti automatici si possono riprogrammare. Attraverso sedute mirate di ipnosi o altre tecniche è possibile:
Interrompere l'automatismo: portando alla coscienza il momento in cui scatta lo stimolo della fame nervosa.
Riconoscere il bisogno reale: distinguere se si tratta di fame fisiologica o di bisogno emotivo.
Traslitterare il comportamento: spostare l'energia dal "mangiare" a un comportamento più ecologico (respirare, muoversi, scrivere, bere acqua, prendersi una pausa).
Creare nuove associazioni: insegnare al cervello che il benessere non deriva solo dal cibo, ma da nuove abitudini che nutrono corpo e mente.
Anche pochi incontri possono bastare per iniziare a sperimentare un cambiamento reale e duraturo.
La fame nervosa non è un nemico da combattere, ma un messaggio da comprendere. Il cervello cerca conforto attraverso il cibo, ma con il giusto supporto psicologico possiamo imparare a trasformare lo stimolo in un comportamento più sano, che ci faccia sentire liberi invece che intrappolati.

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FAQ
1. In cosa consiste esattamente il percorso?
Il percorso è un cammino personalizzato che ti aiuta a comprendere e gestire la fame nervosa agendo sulla radice del problema, non solo sul sintomo.
Non si tratta di una dieta o di un programma di restrizioni, ma di un lavoro su tre livelli:
Consapevolezza (capire cosa scatena la fame nervosa),
Regolazione emotiva (imparare a gestire ansia, noia, stress senza cibo),
Riprogrammazione comportamentale (creare nuove abitudini sane e durature).
2. Quanto dura il percorso?
La durata varia da persona a persona. In genere, il percorso si articola in 10-15 incontri, ma alcuni ottengono risultati significativi già dopo le prime 3-4 sedute.
Il focus non è "quanto dura", ma quanto in profondità riusciamo ad andare nel comprendere e trasformare i tuoi automatismi.
3. Cosa succede nella prima seduta?
Già nella prima seduta analizziamo insieme la tua storia, le strategie che hai provato finora e cosa ti spinge a ricorrere al cibo.
Uscirai con una mappa chiara del problema e i primi strumenti pratici da usare subito.
Non è solo conoscitiva è già un momento di trasformazione.
4. È un percorso solo psicologico o anche nutrizionale
È principalmente un percorso psicologico e psicoeducativo.
L'obiettivo non è dirti "cosa mangiare", ma aiutarti a capire perché mangi in certi momenti e come cambiare quella risposta.
Se necessario, collaboro con professionisti della nutrizione per un approccio integrato.
5. E se ho già provato altri percorsi senza risultati?
Capita molto spesso. Molti approcci si concentrano solo sul comportamento o sulla dieta, senza andare alla radice emotiva. Questo percorso invece lavora in modo strategico e profondo: non per costringerti a cambiare, ma per aiutarti a capire cosa succede dentro di te e trasformarlo alla fonte.
6. Utilizzi sempre l'ipnosi durante le tue sedute??
No, l'ipnosi non viene utilizzata in tutte le sedute.
È uno strumento che scelgo solo quando può essere davvero utile e adatto alla persona.
Attraverso l'ipnosi è possibile raggiungere uno stato di profondo rilassamento e concentrazione interiore, in cui la mente razionale si fa più quieta e diventano accessibili risorse inconsce che spesso non si sapeva nemmeno di possedere.
In questo stato, la persona può attivare nuove soluzioni, intuizioni e strategie interiori per affrontare e risolvere la problematica in modo più naturale e profondo.
Tuttavia, non è l'unico approccio che utilizzo.
Il mio metodo integra diverse tecniche, tra cui:
pratiche di consapevolezza,
strategie comportamentali per modificare automatismi e abitudini,
esercizi di respirazione e visualizzazione,
strumenti di psicologia strategica per comprendere e gestire meglio le emozioni.
Ogni percorso è personalizzato: scelgo gli strumenti in base alle tue caratteristiche, al momento che stai vivendo e agli obiettivi che vuoi raggiungere.
7. Cosa significa "trasformare la fame in sete"?
Trasformare la fame in sete" è una tecnica di autoregolazione corporea ed emotiva.
Quando avverti fame fuori dai pasti, nella maggior parte dei casi non si tratta di una necessità fisica, ma di un segnale emotivo: stress, ansia, noia, bisogno di calma.
Attraverso un breve esercizio di consapevolezza e visualizzazione, impari a:
Riconoscere che quella sensazione non è vera fame.
"Trasformarla" mentalmente in sete — cioè in un bisogno fisico neutro e più gestibile.
Soddisfarla semplicemente bevendo un bicchiere d'acqua e respirando per pochi secondi.
Questo gesto semplice disinnesca l'automatismo della fame nervosa e ti restituisce la possibilità di scegliere come rispondere ai tuoi bisogni reali.
È una tecnica pratica, dolce e molto efficace per interrompere il ciclo impulso–senso di colpa.
